23.05.2022
Concorrenza sleale: cos'è e come tutelare i propri diritti aziendali
In ambito di sicurezza in azienda la concorrenza sleale rappresenta uno dei maggiori rischi a cui l'azienda può esporsi. Si tratta di una condotta molto sviluppata che danneggia il patrimonio della società o la sua immagine, a vantaggio di terzi. In particolare la concorrenza sleale può essere definita come un comportamento illecito atto a danneggiare un competitor, oppure la stessa azienda per la quale un dipendente lavora. In quest'ultimo caso il dipendente può rendere partecipi altre società presenti sul mercato, di informazioni sensibili che dovrebbero rimanere segrete.
Si può trattare di scandali che minano alla credibilità dell'azienda, oppure di un "lancio" per un nuovo prodotto. Il dipendente fornisce indicazioni e informazioni, in cambio di un vantaggio personale, come ad esempio un impiego più redditizio. Le indagini aziendali possono essere finalizzate a prevenire atti di concorrenza sleale, oppure sono indirizzate a raccogliere tutta la documentazione necessaria per provare la condotta illecita ed ottenere un licenziamento per buona motivazione oppure un risarcimento danni.
Indagini concorrenza sleale
Le investigazioni riguardo il reato di concorrenza sleale, vengono avviate nel momento in cui si nutre il sospetto che un soggetto o ente (altra azienda o società) non rispetta le clausole all'interno del regime concorrenziale. Questo significa che la concorrenza sleale si verifica solo nei casi in cui due aziende operano nello stesso settore e si rivolgono alla medesima tipologia di consumatori.
L'articolo 2598 definisce quali sono le condotte e quindi i comportamenti illeciti che rientrano nel concetto di concorrenza sleale. In particolare è colpevole di concorrenza sleale chi:
- utilizza terminologie, slogan, segni caratteristici di un'azienda che ingannano il consumatore inducendo uno stato di confusione;
- imita i prodotti messi in commercio da una specifica azienda o società;
- diffama prodotti e attività del competitor;
- commette degli atti non conformi alla corretta professionale.
In particolare in riferimento all'ultima condizione di concorrenza sleale, è importante riconoscere diverse pratiche contrarie alla corretta professionale, ovvero:
- il dumping: condotta che si basa sul diminuire i prezzi dei prodotti per eliminare alcuni competitor;
- lo storno di dipendenti: la pratica consiste nel licenziare alcuni dipendenti per poi riprenderli a lavorare solo nel caso in cui arrechino un danno ad un'azienda;
- concorrenza sleale legata allo sviamento della clientela: in questo caso la condotta sleale che viene perseguita, vede come protagonista ex dipendenti o manager che dirottano i clienti dell'azienda per cui hanno lavorato, verso competitor;
- spionaggio industriale: attività di concorrenza sleale in cui si acquisisce, senza che sia stato consentito, un insieme di informazioni aziendali private e commerciali, come ad esempio l'appropriazione illecita del know-how aziendale.
Concorrenza sleale art 2598
La concorrenza sleale all'art 2598 del Codice Civile, definisce chiaramente quali sono le condotte che rientrano nella concorrenza sleale. In particolare l'articolo sottolinea che la concorrenza sleale viene messa in atto nel caso in cui un soggetto o ente, utilizzi qualsiasi mezzo per indurre confusione nel consumatore o cliente e aumentare di conseguenza i propri profitti. E nella seguente situazione:
- quando il soggetto si avvale di mezzi atti a procurare un danno nei confronti dell'azienda, sia legato all'immagine che al patrimonio. Contravvenendo alla correttezza professionale.
Risarcimento danni concorrenza sleale
Nel momento in cui grazie alle indagini investigative, si riesce ad ottenere le prove che attestano condotte illecite di concorrenza sleale, si deve procedere con una denuncia. Per denunciare la concorrenza sleale bisogna però depositare un ricorso davanti al Tribunale. L'azienda che ha subito il danno, può sia richiedere un risarcimento in termini monetari, che ottenere la possibilità di licenziare il dipendente. Il risarcimento è stabilito dal Tribunale in base all'entità del danno arrecato all'azienda. Solitamente il risarcimento dell'immagine è molto più alto di quello economico o patrimoniale. Infatti una volta danneggiato il profilo dell'azienda, la perdita di clienti e/o consumatori si presenta consistente ed è necessario provvedere ad un rebranding e seguire strategie marketing atte a risollevare l'azienda.