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14.09.2022

Concorrenza sleale dipendenti: l'infedeltà aziendale e le indagini per smascherarla

In linea di massima, non vi è nessuna problematica nel caso in cui un ex dipendente svolga attività di concorrenza alla sua vecchia azienda, nel caso in cui venga assunto da un'azienda concorrente dello stesso settore. Ovvio che a tale attività vengono imposti dei limiti al fine di evitare atti di concorrenza sleale a cui spesso si assiste in tutti i settori. 


 

Quando i limiti vengono superati, l'attività svolta dal soggetto diviene illecita e quindi l'ex dipendente si rende protagonista di quella che viene comunemente chiamata concorrenza sleale. I casi specifici sono indicati all'articolo 2598 c.c. e il caso che più di frequente si presenta è quello dello sviamento della clientela, un'azione che per essere illecita non deve avvenire in maniera naturale ed organica per scelta degli stessi clienti, ma sfruttando segreti industriali di cui l'ex dipendente è a conoscenza. 


 

Da tutto ciò ci si può difendere chiedendo aiuto a un'agenzia investigativa che sia in grado di raccogliere tutte le informazioni di cui si ha bisogno per poter intervenire in maniera giuridica nei confronti del soggetto. 

Lo storno dipendenti concorrenza sleale: solo uno dei casi

Lo storno di dipendenti come attività di concorrenza sleale è solo uno deo comportamenti che si possono mettere in atto per competere con un'azienda che opera nella stessa fetta di mercato. Lo storno di dipendenti in genere si collega allo sviamento della clientela, spingendo così i dipendenti di una concorrente a dimettersi al fine di assumerli e quindi creare un ingente danno. 


 

Un atteggiamento questo, che rientra nell'ampia materia che tocca tutti gli ambiti della concorrenza sleale, soprattutto per quello che riguarda l'utilizzo di dati sensibili e di informazioni che dovrebbero restare all'interno dell'azienda. Ma sono diversi i comportamenti che si possono mettere in atto e che la legislazione ritiene essere di concorrenza sleale. In particolare, l'art 2598 individuo come comportamenti di concorrenza sleale: 

  • atti di confusione: usa nomi e segni propri di una certa azienda, in maniera non legittima. Ovvero l'imitazione di prodotti che lede l'originalità dell'azienda stessa; 
  • denigrazione: con diffusione di notizie diffamanti l'operato o i prodotti dell'azienda concorrente; 
  • atti contrari alla correttezza professionale: previsti dall'art. 1175. Ne sono esempio il dumping, pratica che consiste nella vendita dei propri prodotti a prezzi eccessivamente bassi, solo allo scopo di togliere clienti ad altre aziende. Inoltre, la violazione del patto di non concorrenza, concorrenza che mira a sviare la clientela, che avviene quando un ex dipendente o manager dirottano i propri clienti verso la nuova azienda. Da non dimenticare poi lo spionaggio industriale, con diffusione di informazioni e dati riservati. 


 

Questi sono gli atti regolamentati dalla legge e che possono portare l'azienda a intraprendere un percorso di tutela legale nei confronti dell'ex dipendente è dell'azienda che li ha attuati sul mercato, con il solo scopo di apportare un danno all'azienda. 


 

Come tutelarsi

Quello che viene meno nel momento in cui un lavoratore mette in atto un comportamento di concorrenza sleale è il rapporto di fiducia, che può essere causa di licenziamento per giusta causa o giusto motivo, ovvero, nel caso in cui la collaborazione si sia già interrotta, di denuncia con effetti penali. Per avere la certezza che il comportamento sia stato realmente messo in atto, si può ricorrere alle investigazioni


 

Il solo sospetto non è certo sufficiente per procedere a un qualunque intervento, in quanto il soggetto potrebbe reagire con un'azione complementare a discapito dell'azienda. Occorrono delle informazioni precise e provate. In questo caso l'onere della prova spetta al datore di lavoro, il quale deve ottenere delle prove. 


 

L'investigatore privato può essere incaricato di svolgere delle indagini a tutela dell'azienda. Indagini che possono essere condotte anche durante il lavoro di lavoro, oltre che nel corso dei permessi o del tempo che il dipendente non è in aziende e in cui comunque è tenuto a mantenere la sua fedeltà lavorativa. Il professionista dell'agenzia di investigazione può essere poi chiamato come testimone della concorrenza sleale per riportare le prove raccolte in aula nel caso in cui si vada a giudizio.


 

Nel caso in cui gli atti di concorrenza sleale sono compiuti con dolo o colpa, il soggetto dovrà procedere al pagamento di un risarcimento, esattamente come previsto dall'art. 2600 del Codice Civile. 


 

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